Non ho mai il coraggio di cominciare a scrivere. Perché non ho idee sistemate nel cervello. Poi pero una volta che scrivo, vado automaticamente. Non bisogna soffermarsi troppo a pensare alle parole… Escono come una cascata dall’alta rupe. Forse il senso di tutto è giungere all’estrema giustificazione dell’universo. Questo periodo della mia vita è un continuo porre domande, voler cambiare il mondo, cercare di cogliere la necessità, senza trovarla. Forse maturare significa accettare tutto così com’è, senza urtarsi titanicamente. Lo spero perché non voglio essere un matto per tutta la vita. È banale da dire ma veramente la parola non basta più. Quello che vorrei dire è tutt’altro da quello che sto scrivendo. Solo che non abbiamo gli strumenti grafici per farlo… È come l’infinito un matematica… Possiamo cercare di rappresentarlo con il simbolo o avvicinarsi con i limiti che rendono all’infinito ma non arrivi mai lí… Così la scrittura: si cerca sempre quell’aggettivo, quel verbo che completi il senso della frase, che descriva completamente la soggettività… Ma non si trova… È solo un continuo avvicinamento. È sempre la storia del sole… Che tramonta sempre e inseguendolo non si prende mai… Scappa sempre… Questa filosofia del sole è la mia vita. Tutto in ultima analisi si ricollega al sole che scappa: che è solo una rappresentazione peró rende benissimo l’idea. Anche la poesia, l’arte , la musica, la scienza fanno come Alexandros su Bucefalo tra le selve nere : inseguono il sole ma quello cade sempre dietro all’orizzonte; così la scienza e le altre arti: cercano sempre di arrivare alla verità, ma la verità è l’inseguimento, lo sforzo di cacciarla. Cercare di raggiungere l’assoluto è l’assoluto in se … Che poi è la stessa cosa dell’attesa del piacere che è in se stessa il piacere… così è la nostra esistenza, che ora vedo ancora come senza senso ma che un giorno spero di poterla apprezzare pienamente. Ho paura di no peró. Quindi mi distraggo, volgo lo sguardo sulle cose concrete , che non mi lacerano dentro. Peró temo di essere un vigliacco che non è in grado di reggere il peso della verità quando mi diverto … Non riesco ancora a cogliere La vita dionisicamente perché mi vengono i sensi di colpa… Sono ancora ancorato alla finalità . La visione teleologica mi preclude la vita dionisiaca. Questo è il problema. Però alla fine di tutto sono felice, perché la verità è che forse mi sto costruendo questi castelli di problemi perché non ho preoccupazioni… Amo la mia vita a tal punto di dovermi disintossicare… Mi creo problemi per poter gustarmi il sapore della vita. Se è tutto sempre perfetto non si capisce più la differenza tra bello e brutto… Quindi vivo come Un’alta leva tra gli antipodi… Ricercando il modus come scoop finale… Non lo raggiungo mai ma mirando ad esso la mia direzione tende verso di lui. Come un asintoto… Il mio infinito è il modus.